Lidl-Trek, Mattias Skjelmose racconta la sua ipotermia: “Ma alla Liegi voglio salire sul podio con Pogacar e Van der Poel”

Mattias Skjelmose fa sapere di essersi ripreso bene dopo l’episodio di ipotermia alla Freccia Vallone 2024. Tra i numerosi corridori costretti al ritiro a causa delle condizioni climatiche proibitive incontrate durante la corsa, che in non pochi hanno sottovalutato sul momento, lui compreso, il leader della Lidl – Trek ha effettuato rieri una ricognizione del percorso della Liegi – Bastogne – Liegi e inevitabilmente ha sofferto, ma si mostra molto ottimista riguardo le sue possibilità domenica, convinto che quanto successo nella corsa di mercoledì non abbia lasciato grandi conseguenze.

“La UAE Team Emirates ha accelerato presto, non appena è iniziata la tempesta di grandine – racconta a WielerFlits – Ho cercato di seguirli direttamente. Questo significava che non potevo indossare la giacca antipioggia, ma per fortuna Toms Skujiņš stava già venendo verso di me. Tuttavia, ho dovuto seguire il ritmo e in realtà mi sentivo molto bene in quel momento. In cima al primo passaggio del Muro di Huy ho potuto indossare la giacca antipioggia. Solo che allora avevo così freddo che non mi sono più riscaldato. Non mi sono accorto di essere in ipotermia, anche se tremavo. Mi era già successo in passato e sono riuscito a riprendermi. Quando ho deciso di ritirarmi al secondo passaggio della parete, ho perso il controllo del mio corpo. È stato uno dei momenti più spiacevoli della mia vita. Fortunatamente abbiamo un buon medico di squadra. Mi ha dato molte bevande calde e altre cose per mantenermi in salute. Questo mi ha tenuto lontano dai guai”.

Le conseguenze non sono comunque mancate ieri, anche il danese spiega di non avere grandi problemi: “Giovedì abbiamo fatto la ricognizione degli ultimi 95 chilometri della Liegi-Bastogne-Liegi. Anche se mercoledì ho corso solo mezza gara, il mio corpo si sentiva come se avessi corso una monumento. Avevo dolori muscolari, ma alla fine mi sono sentito molto meglio tre ore dopo”.

Il corridore nordico non nasconde un po’ di sorpresa nell’aver sofferto così tanto il freddo, ma sente di aver trovato la spiegazione: “Non avevo mai avuto questi sintomi di ipotermia. Non ho mai avuto problemi nemmeno con il freddo. Anzi, l’ho sempre desiderato. Ma l’anno scorso ho fatto un grande passo avanti insieme al nostro nutrizionista per il successo nella classifica del Giro di Svizzera. Ho perso molto peso, perché abbiamo scoperto che questo aiutava in condizioni climatiche molto calde. La Freccia è stata la prima volta in condizioni climatiche molto fredde e ho scoperto che perdere peso in queste condizioni porta al risultato opposto”.

Il campione danese aggiunge di essere stato solo in parte sorpreso dalla mancata applicazione del protocollo per meteo estremo, visto che le condizioni dure sono durate relativamente poco, nonché di essere per certi versi anche felice che le immagini delle sue condizioni siano diventate virali, consentendo al pubblico di comprendere perché molti corridori hanno lasciato la corsa e le reali condizioni ed effetti del meteo in questi casi.

Se si potrebbe pensare che a questo punto per la Liegi sarà dura per lui, il classe 1999 resta molto ambizioso: “Purtroppo non sono ancora riuscito a mettermi in mostra. Ma so come mi sentivo in bici. Mi sentivo davvero bene all’Amstel e così è stato anche durante la prima salita del Mur de Huy, poco prima di prendere freddo. Quello che mi porto via da queste due classiche è che – e lo dico con la mano sul cuore – sono nella forma della vita. Sono davvero convinto che domenica a Liegi lotterò per il podio. Il mio podio? Mi vedo lì con Tadej Pogačar e Mathieu van der Poel. Ma vedremo in che ordine sarà domenica“.

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